L’area archeologica di Roselle è situata circa 8 chilometri a nord della città di Grosseto e rappresenta uno dei principali siti archeologici del centro Italia con resti etruschi e romani. Sono aperti alla visita i seguenti nuclei: le terme tardo-romane, il decumano, una parte del circuito murario, la valle del foro, la collina dove sorge l’anfiteatro, le terme adrianee e la collina sud. È possibile seguire due percorsi. Il primo prevede la visita a un settore delle mura etrusche, quindi la deviazione in corrispondenza della collina nord per giungere all’anfiteatro; si prosegue poi in direzione della valle del foro, si visitano le terme adrianee e si discende lungo il decumano fino all’uscita, in corrispondenza della quale ci si imbatte nell’area delle terme tardo antiche. Il secondo percorso prevede l’accesso alla città etrusco-romana seguendo il decumano: è così possibile la visita alle terme tardo antiche, alla valle del foro e alle terme adrianee; si prosegue poi verso la collina dell’ anfiteatro e si costeggia infine la cinta muraria fino all’uscita dell’area archeologica. Ognuno dei due percorsi può essere integrato con la visita al quartiere artigianale ubicato sulla collina sud.
La Cava di Roselle (Parco di Pietra)
Cinque diversi sentieri lungo i quali prendono formaspettacolo e cultura. Per incontrare il rock e la musica colta; i suoni del folclore o il jazz più raffinato; i filmati d’autore e gli ospiti d’eccezione; il teatro per i bimbi e il teatro per palati fini. E poi ancora la poesia, la filosofia, le mostre d’arte e l’arte di un territorio in mostra attraverso i suoi prodotti d’eccellenza. Tutto questo, e molto altro ancora è il Parco di Pietra, che ogni anno spalanca le sue porte di vento per regalare emozioni. Ogni sera l’ex cava di Roselle, trasformata da Vincenzo Savelli in un giardino d’ineguagliabile bellezza, sarà laboratorio di ascolto e creazione. Arena d’incontro e veicolo per esplorazioni verso mete sconosciute. Un grande palcoscenico coperto, un palco “mignon” per eventi più raccolti, 600 posti a sedere, una galleria espositiva permanente, il bar ristoro, il percorso per disabili, morbidi cuscini per adagiarsi sul prato sotto le stelle: il salotto delle arti, più bello che mai, è pronto ad accogliere e stupire.
L'osservatorio astronomico
L’osservatorio astronomico comunale di Roselle venne inaugurato nel 1986 e affidato alla gestione dell'‘A.M.S.A. La struttura nacque da un progetto originale presentato dalla neonata Associazione Maremmana Studi Astronomici durante la "Mostra di Astronomia" tenutasi a Marina di Grosseto nel Luglio del 1983: si trattava di adattare una piccola scuola in disuso situata a pochi chilometri dal capoluogo, in località Casette di Mota; l'Amministrazione Comunale, che già patrocinava la mostra, fece propria l'idea e, preso contatto con l'ing. P.Andrenelli, conosciuto astrofilo toscano autore fra l'altro del libro "L'astronomo dilettante", definì in breve tempo il progetto. Così, a tempo di record, vennero stanziati i fondi necessari, appaltati i lavori e dopo appena tre anni (e circa duecento milioni di spese), l'Osservatorio venne inaugurato il 13 Settembre 1986 durante il XX Congresso Nazionale dell'Unione Astrofili Italiani che si svolgeva in quei giorni a Grosseto. I soci fondatori dell’amsa dell’epoca erano: Piero Pecoraro, Ivano Neri, Sergio Gostinicchi, Bruno Cardinali, Enzo Malpassi. L'Osservatorio, che è una sezione distaccata del Museo di Storia Naturale di Grosseto, fu subito affidato all'A.M.S.A., secondo una convenzione che prevede il pagamento di tutte le spese di gestione e l'aggiornamento delle attrezzature da parte del Comune, con l'impegno per gli astrofili di utilizzare la struttura per scopi didattico-educativi oltre che per gli scopi dell'associazione e la ricerca. Proprio a partire dal 2009 il Comune ha sottoposto la struttura ad una profonda opera di ristrutturazione dei locali e ad un aggiornamento tecnologico del telescopio. Si svolgono attività e conferenze scientifiche aperte gratuitamente a tutti i cittadini. Ogni serata si conclude con l'osservazione delle stelle dalla cupola ma l'associazione dispone di numerosi altri piccoli telescopi e strumenti di osservazione in grado di soddisfare varie tipologie di richieste. Nel 2014 è stata rinnovata fino al 31 dicembre del 2016 la convenzione tra la Pro Loco di Roselle, l'Amsa e il Comune per la gestione condivisa del'Osservatorio.
Nomadelfia
“Nomadelfia” dal greco significa: “Legge della fraternità”. Su questa legge don Zeno Saltini (1900 – 1981) ha fondato un nuovo popolo: Nomadelfia. È una popolazione di circa 300 persone, 50 famiglie, che hanno costituito un piccolo paese su un territorio di 4 km2 vicino a Grosseto. Sono volontari cattolici che vivono insieme con lo scopo di costruire una nuova civiltà fondata sul Vangelo, ispirandosi alle prime comunità cristiane. Tutti i beni sono in comune, non esiste proprietà privata, non circolano soldi. Lavoro e scuole sono all’interno, tutti gli adulti collaborano all’educazione di tutti i figli. E secondo questo spirito, tutti i lavori che si possono compiere insieme vengono eseguiti da tutta la popolazione. Le famiglie sono aperte all'accoglienza di figli in affido e vivono assieme in “gruppi familiari”.
Il borgo medievale di Batignano
Batignano, sempre a pochi chilometri da Roselle, si trova il piccolo paese posto su un colle lungo la strada che collega Grosseto a Siena. Si trova citato in documenti medievali risalenti al XII secolo come importante castello della signoria locale dei Visconti, vassalli degli Aldobrandeschi, i quali controllavano le miniere di argento e piombo della zona. Nel XIV secolo la proprietà del castello passò ai Fonteguerri e poi ai Piccolomini che, nel 1363, lo vendettero alla Repubblica di Siena. In seguito al generale spopolamento di queste terre, nel secolo successivo il paese venne interessato da una cospicua immigrazione di coloni provenienti dalla Corsica. Il borgo conserva ancora la cinta muraria da cui sporgono due torri e, nella parte più alta, i resti del castello in cui si possono riconoscere alcune tracce di affreschi trecenteschi. Vicino alla chiesa di San Martino, presso Porta Grossetana, si trova un portico costruito riutilizzando colonne, capitelli e frammenti di grandi orci di terracotta provenienti da Roselle.
Il borgo medievale di Istia d'Ombrone
A pochi chilometri da Roselle si trova il borgo medievale di Istia d'Ombrone. Nel territorio che si sviluppa attorno al nucleo abitato sono stati rinvenuti reperti riconducibili ad un antico insediamento abitativo di epoca etrusca nella località di Poggio Cavallo. Anche in epoca romana l'area risultava abitata, come testimoniano alcuni materali edilizi riutilizzati in epoche successive per la costruzione delle mura di Istia d'Ombrone; in quel periodo vi era anche una rete viaria che attraversava il territorio mettendolo in comunicazione con il Lago Prile e con l'entroterra. Il centro di Istia d'Ombrone sorse invece come insediamento fortificato lungo la Valle dell'Ombrone e fu possesso dall'862 dei vescovi di Roselle, che vi ebbero diritti feudali con il titolo di conti e vi stabilirono una residenza. Passò in seguito alla famiglia Aldobrandeschi, divenendo nel 1226 un libero Comune con l'approvazione del relativo statuto; nel 1274 fu assegnato alla Contea di Santa Fiora al momento della spartizione dei beni e dei territori controllati dalla famiglia Aldobrandeschi. In epoca medievale il centro divenne anche sede di una residenza vescovile, dopo il passaggio della diocesi da Roselle a Grosseto. Nel corso del Trecento passò sotto il controllo dei Senesi, subendo un gravissimo calo demografico tra il 1331 e il 1353, anche a causa della diffusione della Yersinia pestis che avvenne proprio nella parte finale di quel periodo. Nel Quattrocento Istia era divenuto un feudo della famiglia Piccolomini, pur continuando a mantenere lo status di libero Comune ed avendo un ampio grado di autonomia all'interno della Repubblica di Siena. A seguito della definitiva caduta politica di Siena, Istia d'Ombrone entrò a far parte del Granducato di Toscana poco dopo la metà del Cinquecento. In seguito vi fu un altro calo demografico che venne arginato soltanto del corso del Settecento, a seguito dell'inizio delle opere di bonifica volute dai Lorena. Durante la seconda guerra mondiale, il 22 marzo 1944 vi si perpetrò nelle vicine campagne l'eccidio di Maiano Lavacchio; il processo sommario fu tenuto nella scuola di Istia d'Ombrone appositamente sgombrata